Il mese di settembre è interamente dedicato alla sensibilizzazione sui linfomi e il 15 settembre si celebra la Giornata Mondiale della Consapevolezza sul Linfoma (WLAD World lymphoma awareness day). Questa iniziativa nasce nel 2004 organizzata dalla Lymphoma Coalition, un’organizzazione no profit che conta 64 gruppi di pazienti in 44 Paesi del mondo. Lo scopo è quello di divulgare tutte le informazioni acquisite attraverso le attività di ricerca scientifica e di innovazione terapeutica condotte fino ad oggi. Sensibilizzare in merito alla ricerca, all’importanza di approfondirla e continuarla per raggiungere risultati eccellenti.
Il linfoma è una malattia del sistema linfatico ovvero dell’apparato costituito da tutte le cellule e i tessuti che si occupano della difesa dell’organismo dagli attacchi degli agenti esterni. Il linfoma si sviluppa a causa di un’alterazione delle cellule linfocitarie o immunitarie che sono presenti all’interno dei linfonodi, della milza, del timo (che è una ghiandola presente nello sterno) e del midollo osseo. Lo sviluppo del linfoma può interessare queste specifiche aree, ma anche altri organi.
Generalmente si tende a distinguere i linfomi in due categorie:
-Linfoma di Hodgkin (HL), che prende il nome del medico che nel 1832 lo ha scoperto. Colpisce con più frequenza, ma non solo, le donne tra i venti e i trent’anni e anche gli individui plurisettantenni.
Questo tipo di linfoma è molto raro, l’incidenza è di circa 4 persone su centomila abitanti all’anno. I soggetti a rischio sono tutti coloro che hanno un sistema immunitario già indebolito, poiché hanno combattuto o stanno combattendo contro altre infezioni come la mononucleosi.
-Linfoma di non Hodgkin (NHL) è quello più diffuso. Si tratta di un’incidenza che è 5 volte superiore all’altra categoria di linfoma. In altre parole circa 15 mila persone in Italia convivono con questo linfoma. Si sviluppa poiché l’organismo produce un eccesso di linfociti malati, anomali, che hanno subito una serie di mutazioni genetiche acquisite. Questo tipo di linfociti, a differenza di quelli normali, non muoiono mai, non hanno un ciclo vitale consueto. Crescono, si replicano e si accumulano negli organi del sistema linfatico.
I fattori di rischio sono soprattutto mononucleosi, HIV, AIDS, condizioni di immunodepressione, ma anche infezioni da epatite c, sistema immunitario indebolito anche per l’assunzione di farmaci antirigetto per via di un trapianto.
Oggi è possibile affermare che può guarire fino all’85% dei pazienti affetti da linfoma di Hodgkin e circa il 69% dei pazienti affetti da linfoma di non-Hodgkin. Questa è la dimostrazione che la ricerca è fondamentale e che va sostenuta costantemente per poter compiere ulteriori passi avanti.
Le informazioni in questa pagina non possono sostituire il parere del tuo medico.
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